"Noi, dall’orto a casa"

Green project nasce nel 2019. Dall'idea di 4 ragazzi:
"Siamo passati da dieci a seicento ordini a settimana"

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La nostra azienda agricola oggi è composta di circa 10 ettari:

- 1 ettaro di frutteto a Bertinoro

3 ettari di orticole a Martorano di Cesena

- 3 ettari di seminativo a San Giorgio di Cesena

- 3 ettari di seminativo e orticole BIOLOGICHE a Ronta di Cesena

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Intervista integrale RAI 3 Tg regione | 02/01/2021

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Ma veniamo a noi...

Ci chiamiamo Filippo Casali, Riccardo Brandolini, Samuele Lombardi e Raffaele Rattini, abitiamo in provincia di Cesena ed abbiamo rispettivamente 24, 23, 21 e 26 anni. Giovanissimi, ma con le idee molto chiare. .

Com’è nata Green Project?
Un giorno parlando del più e del meno, Filippo ha esposto a Riccardo l'idea di avviare un’attività agricola con consegna a domicilio. A lui è piaciuta molto, così a abbiamo cercato altre persone che volessero unirsi al progetto. Adesso siamo quattro soci: Filippo, Riccardo, Samuele e Raffaele e due ragazze che si occupano della segreteria e della prenotazione ordini. La differenza sostanziale rispetto alla vendita nei mercati ortofrutticoli o al supermercato è che con Green Project la merce non passa “di mano in mano”, non è trasportata per chilometri da una parte all’altra dell’Italia o peggio in Italia dall’estero, prima di arrivare al consumatore. Queste fasi si azzerano per dare spazio solo al rapporto diretto tra noi, agricoltori, e i consumatori. Si ripristina dunque una vendita localizzata, fornendo al consumatore solo frutta e verdura fresca, raccolta nei campi il giorno prima.

Quando è partito il progetto?
A gennaio 2019, ma inizialmente era una raccolta destinata alla vendita all’ingrosso, che dopo qualche mese non ci ha soddisfatto proprio per il discorso che facevo prima sul non avere un rapporto diretto con la clientela. Così abbiamo cambiato le carte in tavola e la svolta è stata a febbraio 2020 con l’apertura del sito web. Nessuno di noi aveva alle spalle un’attività di famiglia nel settore, quindi inizialmente abbiamo affittato i terreni con lavorazione conto terzi: un contadino che aveva la disponibilità dei mezzi, arava e coltivava i campi. Durante le prime settimane di lancio del sito, ricevevamo in media 15/20 ordini a settimana, ma il vero boom di richieste si è verificato a marzo 2020, con l’entrata dell’Italia in lockdown totale: la gente non poteva uscire di casa, quindi prenotava online. Da 20 consegne, nel giro di poco siamo passati a 200/300, fino a 400 richieste a settimana (in tutta la Romagna, compresa Bologna e la provincia di Ravenna) e questo fino a primavera inoltrata. Con la riapertura dell’Italia, in estate abbiamo avuto un leggero calo, ma questo non ci ha demoralizzati anzi, abbiamo capito che il progetto era valido, aveva delle grandi potenzialità, perché la gente ci cercava, lasciava commenti e recensioni positive. Quindi siamo andati avanti.

In che modo?
Abbiamo deciso di investire per strutturare meglio l’organico: abbiamo comprato le terre (5 ettari e mezzo, divisi tra coltivazione biologica e convenzionale), i mezzi, assunto personale. Oggi ci occupiamo di tutto noi: coltiviamo la terra, raccogliamo i prodotti e li consegnamo al consumatore. Green Project è diventata a tutti gli effetti un’azienda agricola, perché il 70% della produzione è nostra, per il restante 20/30% ci affidiamo ad altre due aziende sempre del territorio.”

Ci piace definirci “ortolani”, perché? E dove si trovano le terre che coltiviamo?
È vero, perché abbiamo molta cura della nostra terra, che non è vastissima, come si ha cura e premura dell’orticello di casa. I terreni della Green Project si trovano tra Cesena e Bertinoro, consegniamo in tutta la Romagna e da qualche mese anche a Bologna. La grande forza del progetto sta proprio nel riuscire ad “avvicinare” il consumatore al lavoro dell’agricoltore. I nostri clienti sanno cosa coltiviamo, sanno da dove proviene la merce che ricevono ogni settimana. Le nostre consegne sono organizzate a giornate, ad esempio il lunedì siamo a Bologna, il martedì a Cesena e così via per tutta la settimana, compreso il sabato. Con la Green box, disponibile in quattro varianti, diamo poi la possibilità al cliente di scegliere tra diverse proposte, oppure è il cliente che ci dice cosa vuole trovare dentro la cassetta.

Quindi come funziona il servizio GreenBox?
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Le vostre pagine social sono inondate di apprezzamenti, la gente sembra essere molto soddisfatta del servizio…
Sì è vero ed è proprio questo che ci sprona ad andare avanti. Ringraziamo tutti i nostri clienti per la grande fiducia che ci stanno dando. I nostri consumatori sono molto soddisfatti prima di tutto per la qualità dei prodotti: la verdura e la frutta che ricevono è raccolta il giorno prima, non sta settimane intere sui banconi di un supermercato, di un mercato o dentro un camion. Poi anche per la comodità degli ordini, perché come dicevo prima, ci occupiamo di tutto noi: il cliente deve solo scegliere quale tra le quattro cassette ricevere e se ha esigenze particolari, basterà comunicarlo con un messaggio. Un altro riscontro positivo è l’ottimo rapporto qualità-prezzo: una cassetta da 5kg, con una decina di prodotti misti tra verdure e frutta e con spedizione inclusa, pensata per una famiglia di due, tre persone, costa 14 euro. Tutti i prezzi sono studiati in base al consumo della famiglia media. E poi in molti ci dicono che avendo ogni settimana verdura fresca in casa, sono più incentivati a cucinarla, mentre prima magari mangiavano cibi pronti per fare in fretta. Mangiano sano e riscoprono il piacere di stare in cucina, di rallentare i propri ritmi.

Ci accennava prima dell’importanza di un’economica “localizzata”, in che senso?
Sì, Green Project si pone l’obiettivo di cambiare la prassi comune per quanto riguarda la vendita di prodotti quali frutta e verdura, ma anche carni e formaggi. Se ci pensiamo è davvero illogico continuare a comprare frutta e verdura, che proviene dall’estero o da altre Regioni di Italia, quando nel nostro territorio ci sono tantissime aziende agricole come Green project che offrono la possibilità di acquistare prodotti freschissimi. Bisogna riabituare le persone all’idea che vale la pena mangiare  solo prodotti genuini e locali, in questo modo si ritornerebbe come in passato ad un consumo che tiene conto dei cicli stagionali. A volte il cliente ci chiede pomodori o melanzane e resta stupido quando gli rispondiamo che non ne abbiamo, ma è impossibile coltivarli a gennaio, in Romagna. Abbiamo alcune serre che ci aiutano in questo senso, ma la maggior parte della produzione va di passo con le stagioni. Ad esempio ora che siamo in pieno inverno coltiviamo tutte le varianti del cavolo, l’erba a foglie che c’è sempre come la lattuga, gli spinaci, la rucola, il radicchio e poi ancora i porri, le cipolle, le patate, come frutta abbiamo tantissimi cachi, kiwi, mele, pere.

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